Mio figlio... (non) parla!

Dott.ssa Zanella Anthea • feb 27, 2024

Molti genitori tendono a porre attenzione allo sviluppo linguistico del proprio piccolo a partire dalla “tipica” età delle prime paroline, ovvero verso il primo anno di vita. Ma prima di questa età?

A cura della Dr.ssa Anthea Zanella - Logopedista


Lo sviluppo linguistico dai 0 ai 3 anni

Già dalla nascita dei nostri figli possiamo apprezzare le prime, primitive forme di comunicazione: si tratta di suoni vegetativi e pianti riflessi grazie ai quali i neonati esprimono i propri bisogni e sensazioni primarie (come il senso di fame o il disagio di essere sporchi).

A partire dai 2-4 mesi iniziano i primi suoni che il bambino utilizza per esprimere il proprio benessere; è poi dai 4-6 mesi che vengono prodotte vocali e consonanti prolungate (giochi vocali) che, fino all’età di 8-9 mesi, evolvono nella “lallazione”. Questa, inizialmente di tipo “PA-PA” “MA-MA” “CA-CA...”, successivamente di tipo “PATAGA” “TAPIPO” “CATIGO...”, verrà utilizzata in modo intenzionale con lo scopo di ottenere determinati effetti nel comportamento dell’adulto.

A partire dall’anno di età emergono le prime vere e proprie paroline a carattere referenziale, ovvero paroline a cui riusciamo ad attribuire un significato.

Da questo momento in poi il linguaggio sarà un susseguirsi di “scoperte”, in particolare verso il secondo anno di età quando si ha una vera e propria esplosione del vocabolario, un incremento cioè del numero di parole che il bambino apprende e produce.

Lo sviluppo fonologico, lessicale e grammaticale evolveranno poi fino ai 3 anni, per perfezionarsi

normalmente intorno ai 4. Appare quindi chiaro, ora, quanto sia importante stimolare la comunicazione dei bambini fin dalla nascita.


Come sviluppare il linguaggio nella fascia d’età 0-3 anni

(tratto da “Il modello INTERCAT”, Bonifacio, Stefani, Zmarich, Zanotti)

Ecco quindi alcuni consigli per sviluppare le competenze linguistiche dei nostri bambini fin dai primi giorni di vita:

  • - il momento della poppata è il momento in cui avvengono i primi scambi comunicativi tra madre e figlio: parlate con il vostro bambino, giocate con i silenzi, create una vera e propria alternanza di turni. Permettete a vostro figlio di guardarvi, toccarvi, entrare in contatto con voi in silenzio, per poi riprendere il turno commentando o raccontandogli qualcosa;
  • - utilizzate il “motherese”: si tratta del linguaggio con cui le mamme tendono naturalmente a parlare con i loro piccoli. Esagerate la frequenza, utilizzate esclamazioni, modulate il tono della vostra voce. Il vostro bambino troverà più interessante questo tipo di comunicazione e susciterete in lui attenzione e voglia di mettersi in gioco provando la propria voce.
  • - comunicare faccia a faccia: i vostri bambini hanno bisogno di vedervi! Utilizzate molto la mimica, le espressioni del volto... i bambini lo apprezzano.
  • - commentate “in diretta”: raccontate al vostro bambino cosa sta succedendo, cosa state facendo (ad esempio durante la pappa, il bagnetto, quando lo vestite...);
  • - rispettate sempre i turni: anche se vostro figlio non parla ancora, fate attenzione a non interromperlo mentre ride o gioca con la voce... è il suo modo per esprimersi.

Quando il vostro bambino comincerà a dire le prime paroline, poi:

  • - dedicagli dei momenti, del tempo esclusivamente per lui e per giocare insieme, seguite i suoi interessi, date un nome agli oggetti che utilizzate e descrivete le azioni che insieme
  • compiete;
  • - semplificate il linguaggio, parlate lentamente e fate molte pause: fornirete così ai vostri piccoli un modello linguistico semplice e di facile imitazione;
  • - non correggetelo: se il vostro bambino sbaglia una parola evitate di correggerlo. Cercate piuttosto di fornire il modello corretto e di marcarlo (ad esempio: “Tane? Ah, forse volevi dire Cane! Guarda che bello questo Cane! Andiamo ad accarezzare il Cane!”);
  • - guardatelo sempre negli occhi e date importanza a quello che vuole dirvi;
  • - preferite le domande aperte a quelle chiuse (ad esempio: “cosa vuoi mangiare?” piuttosto di “vuoi mangiare la mela o lo yogurt?”). Stimolerete così una maggior padronanza di linguaggio.
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